Gli aeroporti romagnoli a rischio chiusura
|Gli aeroporti romagnoli – Forlì e Rimini – sono a rischio chiusura. Lo dice uno studio commissionato già due anni fa da Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) a una squadra di esperti tra cui One Works, Kpmg e Nomisma. Questa relazione è arrivata ora sotto gli occhi del Vice ministro per le infrastrutture, Mario Ciaccia. Questo piano di risanamento vuole andare a incidere laddove ci sono sprechi e, soprattutto, laddove ci sono strutture che restano aperte per campanilismo piuttosto che per un’efficace gestione.
Gli aeroporti romagnoli – il Federico Fellini di Rimini e il Ridolfi di Forlì, insieme all’aeroporto di Parma – rientrano infatti tra quei 18 impianti, definiti di “servizio” sparsi si tutta Italia. Il Marconi di Bologna, invece, rientra tra i 13 scali strategici per il Paese. Che fare ora? Gli aeroporti richiamati all’ordine hanno tre anni di tempo per risanare i loro bilanci, essere produttivi e evitare sprechi. Se così avvenisse resterebbero aperti. Ora le spese sono troppo alte, soprattutto quelle legate alla presenza in loco di Enav, Enac (Società di controllo del traffico aereo), polizia e dogana.
L’ipotesi è che dopo il limite dei tre anni gli investitori pubblici usciranno dalle società di questi aeroporti e gli scali potranno restare aperti solo se i capitali privati saranno in grado di restare in piedi autonomamente. Ora non resta che attendere: per quanto riguarda il Federico Fellini di Rimini, quest’ultimo ha visto aumentare costantemente gli arrivi negli ultimi anni, grazie a politiche volte a stimolare il turismo. Ma non è ancora abbastanza.