L’antico monastero di San Gregorio al centro della Valconca
|Il Monastero di San Gregorio in Conca rappresentò per secoli il principale fulcro degli scambi commerciali morcianesi. Fondata attorno al 1060 da san Pier Damiani, l’abbazia conserva ancor oggi, nonostante la sovrapposizione di nuovi edifici, l’impianto generale con alcune imponenti strutture romaniche e gotiche.
La sua semplicità, estremamente razionale, è un dato comune alla abbazie benedettine costruite nella seconda metà del secolo XI. Le sue dimensioni, il suo carattere di austerità e di modestia che rispecchia una precisa concezione di vita monastica come vita di preghiera, di meditazione e di lavoro, sembrano invece da attribuire all’impronta del suo fondatore, san Pier Damiani.
Nei primi anni di esistenza il monastero di San Gregorio conobbe una rapida espansione grazie all’acquisizione di castelli e territori nel riminese e nel sammarinese, donati da Ermengarda, moglie del possidente Bennone, e da suo figlio Pietro.
Il monastero assunse così un ruolo centrale nella gestione del potere locale. L’opera di bonifica realizzata dai monaci per rendere coltivabili le zone paludose della Valconca e la creazione di nuove strade diedero un robusto incremento agli scambi commerciali che trovarono presso l’abbazia il loro punto di riferimento privilegiato: è qui che ogni anno, nella seconda settimana di marzo, si davano appuntamento contadini, allevatori, mugnai e mercanti del circondario in occasione dell’importante Fiera di San Gregorio.
Il monastero conobbe un lento processo di decadenza dalla fine del XIV secolo e, in seguito a uno scisma scoppiato fra i monaci, fu ceduto a Carlo Malatesta, il quale a sua volta lo concesse nel 1421 ai monaci Olivetani di Scolca. Il monastero di San Gregorio cominciò, anche a causa dell’incuria a cui lo abbandonarono gli Olivetani, a perdere la propria autonomia e importanza, destinato ormai a vivere in funzione del Monastero di Scolca, che assorbì gran parte dei suoi beni e della sua ricca biblioteca.
Alla decadenza del monastero corrispose per contro lo sviluppo di molte località della media e bassa Valconca: è il caso di San Giovanni in Marignano e di Morciano (quest’ultimo alle dipendenze del monastero fin dal 1069).
Nel XVIII secolo, quando le truppe napoleoniche imposero la soppressione delle proprietà ecclesiastiche, il monastero fu venduto al conte riminese Luigi Baldini, il quale fece trasferire a Morciano l’antica Fiera di San Gregorio.